sabato 26 maggio 2007

Non ho gioia più grande di questa: sapere che i miei figli camminano nell'amore.



Da sempre Accoglienza amorosa e Indifferenza ostile
si affrontano nel cammino della Chiesa: tu da che parte stai?

L'autore di questa Lettera, che la tradizione identifica con Giovanni, autore del Quarto Vangelo, scrive al suo amico Gaio. Per lui "verità" (alêtheia) e "amore" (agapê) sono due facce di una stessa medaglia. Scrive "verità" ma intende "amore".
Giovanni si rallegra con Gaio per l'accoglienza fattiva che lui ha riservato ai fratelli venuti da fuori, mentre si rattrista per l'atteggiamento ostile di Diòtrefe, che non contento, si permette pure di criticare quelli che fanno del bene.
Quello che fa male oggi, è vedere che l'attenzione alla qualità dell'accoglienza nella Chiesa è un discorso da riprendere imitando Giovanni, che rimprovera Diòtrefe senza compromessi. Rispetto a 20 secoli fa, ci troviamo sicuramente più indietro rispetto allo zelo dell'Apostolo, che usa la sua autorità per fargli cambiare atteggiamento e condurlo dall'ostilità e dalla sterile critica all'accoglienza fattiva e amorosa.
Prendersi cura del gregge significa anche vegliare sui pastori. Ma chi lo fa oggi?
Siamo stanchi di una chiesa morta, autoreferenziale, che non è quella pensata da Gesù e testimoniata da Giovanni. L'intento di questo blog è quello di condurre i pastori, chierici e laici, a capire che non ci sono alternative ad una chiesa accogliente. Lamentarsi non serve. E allora, come fare? Ti invito a meditare lo scritto di Giovanni, e poi a scrivere le tue esperienze, i tuoi suggerimenti, le tue aspettative, e man mano che si aggiungeranno potrai vedere i commenti degli altri. Così costruiremo il nostro "sogno di chiesa" . Clicca su "COMMENTI".

Terza Lettera di Giovanni

[1] Io, il presbitero, al carissimo Gaio, che amo nella verità.

[2] Carissimo, faccio voti che tutto vada bene e che tu sia in buona salute, come va bene per la tua anima.

[3] Molto infatti mi sono rallegrato quando sono giunti alcuni fratelli e hanno reso testimonianza che tu sei autentico perché tu cammini nella verità.

[4] Non ho gioia più grande di questa, sapere che i miei figli camminano nella verità.

[5] Carissimo, tu ti comporti fedelmente in tutto ciò che fai in favore dei fratelli, benché forestieri. [6] Essi hanno reso testimonianza della tua carità davanti alla Chiesa, e farai bene a provvederli nel viaggio in modo degno di Dio, [7] perché sono partiti per amore del nome di Cristo, senza accettare nulla dai pagani. [8] Noi dobbiamo perciò accogliere tali persone per cooperare alla diffusione della verità.

[9] Ho scritto qualche parola alla Chiesa ma Diòtrefe, che ambisce il primo posto tra loro, non ci vuole accogliere. [10] Per questo, quando verrò, gli rinfaccerò le cose che va facendo sparlando contro di noi con voci maligne. Non contento di questo, non riceve personalmente i fratelli e impedisce di farlo a quelli che lo vorrebbero e li scaccia dalla Chiesa.

[11] Carissimo, non imitare il male, ma il bene. Chi fa il bene è da Dio; chi fa il male non ha veduto Dio.

[12] Quanto a Demetrio, tutti gli rendono testimonianza, anche la stessa verità; anche noi ne diamo testimonianza e tu sai che la nostra testimonianza è veritiera.

[13] Molte cose avrei da scriverti, ma non voglio farlo con inchiostro e penna.

[14] Spero però di vederti presto e parleremo a viva voce.
[15] La pace sia con te.
Gli amici ti salutano.
Saluta gli amici ad uno ad uno.

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Caro lucio
faccio seguito alla tua richiesta di approfondire le cause e il significato del disagio giovanile sulla scorta della recente indagine sociologica dello IARD.

I sentimenti che muovono la tua ansia di pastore e di guida delle future generazioni sono nobilissimi e meritevoli di attenzione e io vorrei corrispondervi con il mio povero contributo.

Al santuario di Pompei passano tanti giovani e particolarmente quelli di cui giustamente ti preoccupi: i disorientati, quelli che cercano un ritorno, un rifugio, un momento di spiritualità.

Nelle lunghe ore di confessioni mi soffermo sempre volentieri con i giovani e dedico grande attenzione ad ascoltare i motivi che hanno determinato il loro allontanamento ed ora il loro ritorno.


Sulla base di questa esperienza potrei elencarti alcune cause alle quali non so tuttavia abbinare delle percentuali.

I giovani avvertono con particolare sensibilità la crisi sociale e particolarmente la crisi della chiesa, la corruzione del clero, dei religiosi e delle religiose amplificate dai media e articolatamente presentata nei palinsesti televisivi e sulla stampa.

Inoltre, avvertono la chiesa distante, lontana dai problemi reali, spesso arroccata nel recinto della sua verità priva di misericordia e di amore.

Soprattutto i vertici delle istituzioni appaiono privi di slancio carismatico, mummificati nel loro stereotipato annuncio polarizzato prevalentemente sul dogma e sull'etica: "devi credere a questo e conformarti a questi comportamenti".

Si continua ad annunciare una fede senza contenuto - l'uomo di oggi non crede più in Dio - e una morale senza fede. Quando ci decidiamo a mostrare il vero volto di Dio alle future generazioni?

Gli unici a sopravvire a questa crisi sono i santi, quelli come madre teresa, padre pio, i missionari, ...che non parlano di Dio ma lo rendono presente nella loro vita.

I giovani sono stanchi di una chiesa che definisce dogmi, definisce i comportamenti etici senza passare all'azione e soprattutto continuando a difettare di autoconversione.

In confessione mi chiedono perché si tollerano e si coprono i crimini dei sacerdoti, religiosi e religiose contro i minori (pedofilia, molestie sessuali,..), perché si continua a corteggiare il potere politico ed economico e si diserta la compagnia del povero?

Caro lucio scusami se sono stato categorico, ma volevo solo comunicarti le mie modeste considerazioni.

Ti auguro ogni bene nell'apostolato e soprattutto di portare a termine la tua indagine. Con affetto

Anonimo ha detto...

Servono sacerdoti attivi,
vicini alle necessità della gente, alle miserie della popolazione che ha difficoltà oggettive ad arrivare a fine mese e non scende a patti con nessuno se non con la propria forza e voglia di lavorare.

Troppi interessi,
troppo sfarzo,
troppi pranzetti in ristorantini alla moda;
e quelli del gruppo che non possono partecipare?
vengono emarginati,
si tirano fuori da soli;
e chi non può permettersi il campo scuola a 4 stelle?

Non sono un integralista, anzi, ma forse, in alcuni casi,
bisognerebbe rileggere
anche un po' san francesco.